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DYALMA STULTUS

Dyalma Stultus

(Trieste, 1901 - Darfo, Brescia, 1977)

Nel 1922 pote’ allestire la suaprima personale a Cà’ Pesaro a
Venezia. Dal 1925 la sua pittura inizia un percorso personale passando da un realismo di impronta secessionista.
Dal 1927 al 1928 soggiorna a Firenze, ove ha modo di ammirare le opere dei grandi artisti del Rinascimento Toscano.
Dopo il periodo fiorentino Dyalma Stultus si trasferisce a
Roma e nel 1930 torna a Venezia, invitato alla XVII Biennale.
Dal 1930 grazie alla conoscenza con il principe Alessandro Torre
e Tasso, uomo di scienze e cultore d’arte, suo amico ed estimatore,
ottiene l’incarico del restauro delle sale del castello di Duino.
Nel 1931, sarà con il principe a Rodi, dove poté cimentarsi anche
nell’arte della ceramica, presso la fabbrica di Lindo, ed in Mesopotamia.
Due personali alla Biennale di Venezia nel 1936 e nel 1942 dove fu
esposto il dipinto “La lavandaia” .
Seguono le Quadriennali di Roma, del 1931, 1935 e 1939 .
Pur non potendo collocare questo artista nel Movimento del
‘900, egli ne risente pienamente l’influenza. Ne sono testimonianza
anche la conoscenza con artisti come Carlo Carrà, Felice
Casorati, Mario Sironi, Piero Marussig e molti altri. Infatti, da
i valori plastici che esprime, dalla mano salda nel disegno e dai colori
solari, possiamo senz’altroclassificarlo come novecentista.